Accoppiamento tra mosche

Accoppiamento tra mosche: decide la femmina

Quando si parla di accoppiamento, le antenne si drizzano non solo per gli esseri umani ma anche e soprattutto per la scienza. Da sempre, in effetti, lo studio dell’accoppiamento tra insetti e animali ha permesso alla biologia di fare grandi passi in avanti nella conoscenza del regno animale, e non solo. Vediamo per esempio cosa è stato dedotto da uno studio condotto sulle mosche.

Così fan tutte

L’accoppiamento è un rituale complicato non solo per gli esseri umani, ma anche per le mosche. Pare sia tutta colpa di un gene, lAbd-B, collegato allo sviluppo dei neuroni responsabili della ricettività sessuale nelle femmine della Drosophila melanogaster. Tale gene, infatti, sarebbe responsabile della risposta femminile nei confronti delle avances del maschio. Lo studio, condotto da un team di ricerca della Rockefeller University, è il primo a mostrare un collegamento genetico alla ricettività sessuale. Fino a poco tempo fa, la ricerca era concentrata principalmente sul comportamento appariscente dei maschi.

“Poichè la routine di corteggiamento dei maschi è complessa, precedente-mente si pensava che il ruolo femminile fosse relegato ad una semplice questione di accettazione passiva”, ha dichiarato Jennifer J. Bussell, autrice principale dello studio. Invece, secondo i nostri studi, si è visto che c’è molto di più di un semplice sì o no da parte delle femmine. Le donne, quindi, in un certo senso hanno un ruolo dominante anche quando si tratta di femmine formato mosche. E questo la dice lunga sulle somiglianze, ormai da tempo accertate scientificamente, tra il patrimonio biologico dell’uomo e quello degli animali, insetti compresi. In fin dei conti, lo studio delle mosche potrebbe rivelare qualche dettaglio in più anche su noi stessi.

Studiare le mosche per capire la genetica

Le mosche sono uno strumento scientifico utile per lo studio della genetica e in particolare del comportamento. In questa ricerca, il team ha collegato lAbd-B ad un insieme di neuroni che controllano, nello specifico, la ricettività sessuale. Secondo i ricercatori, questo è un esempio di come, comportamenti innati, vengano spesso controllati da neuroni organizzati in unità modulari.

Per determinare quale gene o gruppo di geni controllano la ricettività sessuale, gli studiosi hanno impiegato una tecnica chiamata RNA interference, un meccanismo epigenetico mediante il quale alcuni frammenti di RNA sono in grado di interferire e spegnere l’espressione genica. Con questa sorta di “silenziamento genetico”, il team ha potuto osservare l’effetto di quel determinato gene sull’organismo, proprio come quando all’interno di un quadro elettrico si prova a spegnere o accendere un interruttore per vedere a quale comando corrisponde.