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cos'è il bollitore elettrico

Un bollitore elettrico è un accessorio da cucina utilizzato per portare l’acqua a bollore in tempi rapidi. Risulta formato da una brocca – solitamente in plastica – che presenta all’interno una resistenza in grado di far bollire e di riscaldare determinate quantità d’acqua. Altra importante caratteristica del bollitore elettrico è la presenza di una maniglia.

Solitamente molto larga e anatomicamente confortevole, così da assicurare un livello di presa ottimale e da permettere l’utilizzo da parte di persone di ogni età. Il bollitore elettrico risulta molto utile, soprattutto quando si ha poco tempo per gestire le varie attività quotidiane in cucina e si ha intenzione di ottimizzare le esigenze personali e quelle della propria famiglia.

Bollitore elettrico: i materiali

Come abbiamo appena ricordato, il bollitore elettrico è costituito da un corpo principale che funge da contenitore per l’acqua, sormontato da un apposito coperchio incernierato. Il materiale principale è la plastica, ma è anche possibile trovare bollitori elettrici realizzati in acciaio inox o vetro. Quest’ultima alternativa è utilizzata quasi esclusivamente per preparare il the. A seconda del materiale è possibile che il bollitore acqua si riscaldi molto anche esternamente una volta terminato il processo principale.

Oltre che da una varietà di materiali, i bollitori elettrici sono caratterizzati anche da un’ampia diversità di dimensioni, particolarità che permette di utilizzarli in numerose occasioni. Si tratta di un prodotto versatile che è amatissimo da chi trascorre in casa i pomeriggi invernali e, tra un’attività e l’altra, ama ritrovare il caldo e regalarsi un angolo di relax con una bevanda calda.

Le caratteristiche funzionali di un bollitore elettrico

Lo scopo principale di un bollitore elettrico è scaldare l’acqua, fino a portarla a temperatura di ebollizione. Questo aspetto rappresenta un ausilio molto importante in cucina sia nelle operazioni quotidiane (p.e. la preparazione di un particolare piatto che necessita di acqua calda o bollente), sia quando si ha intenzione di concedersi un momento di relax tra una faccenda e l’altra, per esempio bevendo una cioccolata calda o sorseggiando un the.

Tra le caratteristiche funzionali del bollitore elettrico è quindi possibile ricordare la presenza di un sistema di pre-impostazione della temperatura, in modo da scegliere l’opzione più adatta alle esigenze del momento. Tutti i bollitori elettrici sono dotati anche di funzione di autospegnimento una volta che l’acqua ha raggiunto la temperatura desiderata. In questo modo è possibile evitare spiacevoli incidenti domestici, come per esempio pericolosi sovraccarichi di corrente.

Scaricare le tasse con un impianto fotovoltaico

Gli impianti fotovoltaici rappresentano una delle più grandi rivoluzioni del secolo scorso. Si tratta di dispositivi in gradi di trasformare l’energia solare in energia elettrica e possono essere sia collegati ad un impianto di rete elettrica che completamente isolati.

Impianti ad isola e impianti connessi alla rete elettrica

Gli impianti fotovoltaici che sono connessi alla rete elettrica si possono progettare in quelle zone dove è già presente un impianto di elettricità. Questi funzionano in modo tale da accumulare energia dal sole che poi viene trasformata in energia elettrica e riservata nelle tradizionali condotte di elettricità.

Ciò significa che una casa dotata di impianti fotovoltaici è comunque dotata anche della rete elettrica: la differenza sta nel fatto che sulla bolletta dell’elettricità più che esserci un debito per il consumatore, ci sarà un credito, che è appunto quello ottenuto dalla realizzazione dell’energia solare mediante i pannelli di cui ha dotato la propria abitazione. Tuttavia, ci sono anche luoghi in cui non esiste l’energia elettrica: in questi casi, avere un impianto fotovoltaico può essere la soluzione possibile a tutti i propri problemi. In sostanza si tratta di progettare un impianto ad isola, che produrrà da solo tutta l’energia di cui ha bisogno un’abitazione o un fabbricato per potersi sostenere.

Vantaggi economici e fiscali di un impianto fotovoltaico

Gli impianti ad Isola sono molto diffusi in Italia: ad esempio, sulle autostrade, è possibile notare moltissimi segnali stradali collegati ad un pannello solare. Il meccanismo funziona in questo modo: il segnale è esposto alla luce del sole durante il giorno e, durante questo periodo, accumula tantissima energia che viene, poi, impiegata durante la notte per dare luminosità al segnale quando la strada non è più illuminata naturalmente. Si tratta di un sistema molto diffuso, ma anche straordinariamente vantaggioso per tagliare le spese dell’energia elettrica.

I vantaggi di un impianto fotovoltaico sono moltissimi e sono soprattutto economici: innanzitutto, chi decide di acquistare un impianto fotovoltaico può godere, per legge, della detrazione del 50 % sulle imposte dedicate all’IRPEF; in secondo luogo, c’è anche un vantaggio economico immediato che è quello riscontrabile sulla bolletta elettrica. Naturalmente il vantaggio economico diventa maggiore con un impianto ad isola che presuppone la totale autonomia di un’abitazione o di un fabbricato rispetto alla rete elettrica nazionale.

Il vantaggio più interessante, tuttavia, è quello delle detrazioni fiscali sull’IRPEF che, tra le altre cose sono abbastanza flessibili e accessibili a diverse fasce sociali. Per ottenere queste detrazioni, infatti, non è necessario essere proprietario dell’immobile o del fabbricato su cui si installa l’impianto, ma si può essere anche locatari, imprenditori o soci di una cooperativa ed ottenere i medesimi vantaggi.

Caos stamina cosa succede in Italia

Oggi ci occupiamo del famoso caso stamina. Il 17 luglio 2014 il Pubblico Ministero Raffaele Guariniello ha chiesto il rinvio a giudizio per Davide Vannoni e altre io persone coinvolte nella cosiddetta “vicenda Stamina”. Ci si chiede se questo sia finalmente l’epilogo del Caso Stamina. Appare improbabile, perché Stamina non è un caso isolato, ci sono decine di esempi in tutto il mondo di presunte terapie a base di cellule staminali mesenchimali adulte che vengono spacciate come malattie umane. Sono 398 gli studi in corso nel mondo, di cui il 60% in paesi asiatici che vanno avanti da anni senza produrre risultati.

“Sperimentazione” è una parola che genera ancora molta diffidenza nell’opinione pubblica, essa invece garantisce che ogni farmaco arrivi sul mercato solamente se esistono sufficienti dati per stabilire che il beneficio portato dalla terapia è superiore al rischio di assumerlo. Il compito di vigilare sulla sperimentazione e di stabilire il cosiddetto profilo rischio/beneficio di una terapia, spetta alle agenzie regolatorie. In tutto il mondo vi è una sola agenzia regolatoria per Paese, in Italia è l’Agenzia Italiana del Farmaco (ALFA).

IL 15 maggio 2012, in seguito ad un’ispezione congiunta con i NAS, ALFA emise un’ordinanza che vietava la produzione, il trasporto e la somministrazione di presunte cellule staminali mesenchimali prodotte in violazione alle normative nazionali ed europee sulle preparazioni medicinali. E ci si chiede come mai l’epilogo del Caso Stamina non sia avvenuto due anni fa come sarebbe successo in qualunque Paese del mondo. In Italia invece il Ministro Baldi ha tentato di deregolamentare il mercato delle cellule staminali, nella sua prima proposta di un decreto legge che equiparava le cellule staminali mesenchimali a tessuti, ovvero a trapianti. In questo modo, se il decreto fosse arrivato in quella forma all’approvazione del Parlamento, si sarebbe dato il via libera alla somministrazione di preparati di cellule staminali e non, in assenza di sperimentami.

Stamina e il punto di vista italiano

La linea politica del Ministro della Salute Lorenzin è stata invece molto più chiara, dichiarando di voler lasciare l’ultima parola alla Scienza. Eppure la comunità scientifica aveva già parlato forte e chiaro contro il caso Stamina ed in modo unanime. Basta ricordare i 5 editoriali della rivista Nature dedicati alla vicenda e le forti parole di condanna del premio Nobel Shinya Yamanaka. Ci si chiede in quale altro modo e a quali livelli la Scienza avrebbe potuto esprimersi più chiaramente. Sono passati due anni e anche dopo il rinvio a giudizio, i Giudici continuano a emanare ordinanze sulla base di considerazioni individuali senza alcun razionale tecnico o clinico.

Questo perché, nonostante le nomine di ben due commissioni di esperti scienziati e tecnici, deve essere la Politica a riconoscere che la responsabilità di concludere la vicenda Stamina è proprio del Parlamento e non della Scienza. Quello stesso Parlamento che ha legiferato sulla possibilità di destinare 3 milioni di euro di risorse pubbliche alla sperimentazione clinica del cosiddetto metodo Vannoni. La vicenda si potrebbe concludere anche ora, ma è la politica che deve trovare l’ultima parola, ammesso che ne abbia una, perché la Scienza ha finito tutte le sue.