Caos stamina cosa succede in Italia

Caos Stamina: cosa succede in Italia?

Oggi ci occupiamo del famoso caso stamina. Il 17 luglio 2014 il Pubblico Ministero Raffaele Guariniello ha chiesto il rinvio a giudizio per Davide Vannoni e altre io persone coinvolte nella cosiddetta “vicenda Stamina”. Ci si chiede se questo sia finalmente l’epilogo del Caso Stamina. Appare improbabile, perché Stamina non è un caso isolato, ci sono decine di esempi in tutto il mondo di presunte terapie a base di cellule staminali mesenchimali adulte che vengono spacciate come malattie umane. Sono 398 gli studi in corso nel mondo, di cui il 60% in paesi asiatici che vanno avanti da anni senza produrre risultati.

“Sperimentazione” è una parola che genera ancora molta diffidenza nell’opinione pubblica, essa invece garantisce che ogni farmaco arrivi sul mercato solamente se esistono sufficienti dati per stabilire che il beneficio portato dalla terapia è superiore al rischio di assumerlo. Il compito di vigilare sulla sperimentazione e di stabilire il cosiddetto profilo rischio/beneficio di una terapia, spetta alle agenzie regolatorie. In tutto il mondo vi è una sola agenzia regolatoria per Paese, in Italia è l’Agenzia Italiana del Farmaco (ALFA).

IL 15 maggio 2012, in seguito ad un’ispezione congiunta con i NAS, ALFA emise un’ordinanza che vietava la produzione, il trasporto e la somministrazione di presunte cellule staminali mesenchimali prodotte in violazione alle normative nazionali ed europee sulle preparazioni medicinali. E ci si chiede come mai l’epilogo del Caso Stamina non sia avvenuto due anni fa come sarebbe successo in qualunque Paese del mondo. In Italia invece il Ministro Baldi ha tentato di deregolamentare il mercato delle cellule staminali, nella sua prima proposta di un decreto legge che equiparava le cellule staminali mesenchimali a tessuti, ovvero a trapianti. In questo modo, se il decreto fosse arrivato in quella forma all’approvazione del Parlamento, si sarebbe dato il via libera alla somministrazione di preparati di cellule staminali e non, in assenza di sperimentami.

Stamina e il punto di vista italiano

La linea politica del Ministro della Salute Lorenzin è stata invece molto più chiara, dichiarando di voler lasciare l’ultima parola alla Scienza. Eppure la comunità scientifica aveva già parlato forte e chiaro contro il caso Stamina ed in modo unanime. Basta ricordare i 5 editoriali della rivista Nature dedicati alla vicenda e le forti parole di condanna del premio Nobel Shinya Yamanaka. Ci si chiede in quale altro modo e a quali livelli la Scienza avrebbe potuto esprimersi più chiaramente. Sono passati due anni e anche dopo il rinvio a giudizio, i Giudici continuano a emanare ordinanze sulla base di considerazioni individuali senza alcun razionale tecnico o clinico.

Questo perché, nonostante le nomine di ben due commissioni di esperti scienziati e tecnici, deve essere la Politica a riconoscere che la responsabilità di concludere la vicenda Stamina è proprio del Parlamento e non della Scienza. Quello stesso Parlamento che ha legiferato sulla possibilità di destinare 3 milioni di euro di risorse pubbliche alla sperimentazione clinica del cosiddetto metodo Vannoni. La vicenda si potrebbe concludere anche ora, ma è la politica che deve trovare l’ultima parola, ammesso che ne abbia una, perché la Scienza ha finito tutte le sue.