durerà il boom dell’eolico

In italia, a differenza di quanto accade negli Stati Uniti, lo sviluppo dell’energia eolica non va poi così male. Già nel 2011 l’Italia si collocava al 7 posto nella classifica mondiale e attualmente si trova al 4′ posto in quella europea. Nel 2013, ha prodotto 15 TWh (tetra watt all’ora) di energia, in grado di coprire il fabbisogno energetico domestico di 15 milioni di persone, circa il 25% dell’intera popolazione, con un risparmio di circa 19 milioni di barili di petrolio corrispondenti a 10 milioni di tonnellate di emissioni di CO2.

Se consideriamo poi, che l’Italia importa un 13% di energia elettrica e un 80% di materie prime per la produzione di energia, l’incremento dell’eolico può aiutare a diminuire il tasso di importazione che, a livello globale, è tra i più alti. Il meccanismo di incentivazione dei Certificati Verdi (CV) è stato ideato proprio per sviluppare la produzione di energia elettrica nel mercato interno.

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l’ingegneria e medicina insieme

Le primissime biostampanti non erano costose o patinate. Avevano l’aspetto di stampanti da tavolo da due soldi e, in effetti, lo erano. Nel 2000, il bioingegnere Thomas Boland, che ha de-scritto sé stesso come “il nonno del bioprinting” ha posato l’occhio su una vecchia Lexmark nel suo laboratorio alla Clemson University. Gli scienziati avevano già modificato le stampanti a getto d’inchiostro per stampare frammenti di DNA e studiarne la composizione genica.

Se un getto d’inchiostro poteva stampare geni, pensò Boland, forse lo stesso hardware avrebbe potuto stampare altri biomateriali. Dopotutto, le cellule umane più piccole misurano 10 micron, circa le dimensioni delle goccioline d’inchiostro standard. Così, Boland ha svuotato la cartuccia d’inchiostro della Lexmark e l’ha riempita di collagene. Ha poi incollato un sottile foglio di silicio nero a carta bianca e l’ha inserito nella stampante.

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Crowdfunding e scienza

Nell’ottobre 2012, gli astronomi svizzeri hanno scoperto un pianeta delle dimensioni della Terra che orbitava intorno alla stella più piccola del sistema binario Alpha Centauri. Seguendo la tradizione, gli scienziati che avevano scoperto il pianeta, gli diedero un’indicazione alfabetica Alpha Centauri Bb. In cerca di un soprannome più orecchiabile, la start-up Uwingu promosse un concorso pubblico per dargliene uno. Si pagavano circa 3,50 € per suggerire dei nomi e 99 centesimi per votarli. Una parte del ricavato andava poi alla ricerca e all’istruzione.

La campagna fu un successo, migliaia di persone vi parteciparono, ma richiamò anche l’attenzione dell’Unione Astronomica Internazionale (International Astronomical Union, IAU), arbitro indiscusso dei nomi celesti dal 1919. L’organizzazione si era schierata contro la Uwingu già in primavera, per una campagna finalizzata a vendere certificati per la denominazione dei crateri di Marte, nel tentativo di creare il primo atlante dettagliato del pianeta.

Il crowdfunding, ovvero il finanziamento collettivo, può essere un potente strumento perché in grado di creare il capitale che molti scienziati non potrebbero mai avere, soprattutto in tempi di tagli alla ricerca. Si pensi che solo quest’anno il budget della NASA si è ridotto del 10%. Negli ultimi anni, un certo numero di scienziati si è rivolto a grandi piattaforme di crowdfunding come Indiegogo e anche a quelle più piccole, pensate proprio per la scienza.

Futuro del crowdfunding

Attualmente non ci sono regole che impediscono, ad una catena di” pizzerie o ad un miliardario di comprare tutti i diritti di\ denominazione dello spazio. La IAU ha combattuto gli schemi di denominazione delle stelle per decenni e per buoni motivi. Le nomenclature standardizzate limitano la confusione, per questo la IAU le ha create. Dopo tutto, per fare un esempio, potremmo anche conoscerla come la Grande Mela o la Città che non dorme mai, ma sulle mappe ufficiali sarà sempre New York.

Negli ultimi sei anni, gli scienziati hanno scoperto più di 1.790 pianeti extrasolari, e migliaia sono ancora in attesa di essere confermati. Nel nostro sistema solare, dalle prime missioni verso Plutone, risulta che l’asteroide Cerere e una cometa arriveranno in autunno, rendendo gli standard di denominazione molto più importanti. Detto questo, il successo di Uwingu ha finora dimostrato che in questo processo, c’è un posto anche per il pubblico. La IAU l’ha capito e, l’anno scorso, ha collaborato con l’istituto no-profit SETI, per cercare i nomi per due nuove lune di Plutone.

Il prossimo passo potrebbe essere quello di lavorare con aziende, come la Uwingu, per raccogliere ed esaminare le idee pubbliche. La Uwingu, a sua volta, potrebbe utilizzare i concorsi e il crowdfunding come meccanismo di sostegno per la ricerca. Fatto sta che IAU e Uwingu hanno bisogno l’una dell’altra. E la scienza spaziale ha bisogno di entrambi.

Il forno a microonde è un elettrodomestico che sfrutta il potere delle microonde che agiscono sulle molecole d’acqua presenti nei cibi per riscaldarli, cuocerli o scongelarli. Questo sistema garantisce tempi di cottura ridotti. Diversamente dal tradizionale forno elettrico, o in alcuni casi a gas, che cuoce e riscalda per irraggiamento, il forno a microonde, agendo sull’acqua presente all’interno dei cibi, riscalda e cuoce maggiormente le parti ricche di acqua.

Come agisce

Il metodo tradizionale di cottura attraverso un forno elettrico richiede tempi abbastanza lunghi. È necessario prima che si riscaldi l’aria all’interno del forno per poi procedere ad una cottura che parte dalla parte esterna del cibo fino a raggiungerne il cuore.

La cottura attraverso forno a microonde è una cottura che riduce di molto i tempi. Il calore agisce direttamente sul cibo. L’aspetto negativo della cottura a microonde riguarda le temperature che questi forni riescono a raggiungere. Sono temperature più bassi rispetto a quelle del forno tradizionale, che non permettono quindi di dorare i cibi o non permette la cottura di dolci la cui lievitazione richiede temperature più alte.

Sono oggi presenti in commercio vari tipi di forni a microonde che permettono di eseguire anche altri metodi di cottura quali quella al grill, per ovviare al problema delle dorature, o anche cotture al vapore che garantisce una cucina salutare. Non tutti gli alimenti sono adatti alla cottura al microonde. Tra questi ci sono ad esempio le uova, o altri cibi come patate e mele a cui andrebbero applicati dei fori prima di essere infilati nel microonde.

Alcuni forni elettrici a microonde permettono la cottura a vapore di cibi come pesce e verdure. Viene consegnato in dotazione con il forno a microonde un particolare contenitore all’interno del quale vengono riposti i cibi insieme ad un fondo d’acqua. Il calore trasformando l’acqua in vapore permette una cottura più salutare dei cibi che non richiedono aggiunta di condimenti, ma possono essere assaporati in tutta la loro naturalezza. È inoltre un metodo di cottura molto comodo e rapido utile per coloro che devono seguire una dieta più equilibrata, in quanto è un tipo di cottura che non necessita l’aggiunta di grassi.

Per poter sfruttare la funzione grill del proprio forno a microonde è necessario posizionare le pietanze sull’apposito piatto crisp che viene dato in dotazione all’acquisto del forno. Posizionando le pietanze al suo interno ed azionando la funzione grill, sarà possibile eseguire una cottura a temperature più alte e diretta sui cibi per poterli rosolare e rendere più dorati. Il piatto crisp va posizionato su di un’alzatina che avvicina le pietanze al grill presente nel forno a microonde.

Gli elementi del microonde

Il microonde è costituito da un generatore di microonde detto anche magnetron che produce appunto le onde magnetiche, da una guida delle onde, da un distributore di onde che fa si che le onde generate riflettendo sulle pareti del microonde si distribuiscano uniformemente.

Le pietanze sono sempre posizionate su di un piatto rotante. Questo movimento aiuta la distribuzione del calore sui cibi. Consigliabile riporre le pietanze su di un lato del piatto, piuttosto che al centro. In questo modo il cibo riceve una maggiore quantità di calore. Infine è presente anche un quadro attraverso il quale si possono regolare le funzioni del forno a microonde, le temperature e il tempo.

acne sulla pelle

Le persone affette dal disturbo dell’acne sulla pelle spesso si sentono a disagio sia nei periodi peggiori di sfogo sia alla fine degli stessi a causa delle cicatrici provocate da questa malattia della pelle.

Infatti nei peggiori casi di acne è possibile che molte cicatrici si formino sul viso come dei veri e propri buchi sulla pelle. Purtroppo l’acne che causa cicatrici è molto dolorosa e molto difficile da curare ma esistono comunque dei trattamenti che possono ridurne i sintomi e le conseguenze.

La prima cosa da fare sarà indubbiamente quella di curare l’acne e prevenirne la ricomparsa.

Se l’acne compare saltuariamente sulla pelle è possibile utilizzare un dispositivo per la pulizia profonda come ad esempio Face-Up. Se il problema continua a persistere, nonostante all’uso del dispositivo Face-Up venga anche associata una corretta dieta, uno stile di vita sano e una corretta pulizia della pelle del viso, diventa necessario rivolgersi ad un dermatologo.

Un dermatologo specializzato nella cura della pelle contro l’acne sarà in grado di prescrivere una terapia steroidea per come togliere i brufoli e l’infezione causata dall’acne.

Come comportarsi se le cicatrici dovute all’acne rimangono sulla pelle.

La prima cosa necessaria da fare se la pelle rimane rovinata in seguito ad uno sfogo di acne è quella di mantenere la calma. Non vi preoccupate eccessivamente perché a qualsiasi problema c’é un rimedio. Vi consiglio innanzitutto di controllare allo specchio la situazione della vostra pelle e verificare se le cicatrici provocate dall’acne sono più o meno profonde.

Sulle cicatrici lievi è molto più semplice trovare un rimedio mentre per le cicatrici profonde è necessario chiedere l’aiuto di alcuni professionisti. Iniziate a trattare quindi la pelle eseguendo un normalissimo scrub per il viso. Lo scrub può essere acquistato oppure creato in casa con del miele e dello zucchero di canna.

Massaggiate lo scrub sulla pelle del viso, evitando ovviamente il contorno occhi e prestando più attenzione alle zone dove l’acne aveva colpito. Ripulite quindi la pelle eliminando il prodotto scrub con dell’acqua fredda o tiepida, asciugatela ed applicate una crema naturale a base vitaminica come ad esempio Vea Lipogel.

L’applicazione di una crema a base vitaminica vi consentirà di rendere la vostra pelle estremamente elastica ed eliminare le cicatrici più piccole. Anche Face-Up, il dispositivo per la pulizia profonda della pelle, vi consentirà di aiutare la pelle nella guarigione nelle zone con piccole cicatrici.

Se invece le cicatrici sono abbastanza evidenti avrete due soluzioni.

La prima soluzione per eliminare le cicatrici profonde causate dall’acne sarà quella di eseguire un trattamento laser. Il laser leviga la pelle e favorisce la guarigione dalle cicatrici.

Vi consiglio di informarvi accuratamente prima di eseguire questo trattamento di bellezza sulla pelle perché esso può essere eseguito solo da medici professionisti (diffidate da eventuali trattamenti simili alternativi, sarebbero poco efficaci).

Per le cicatrici più profonde esiste la seconda soluzione ossia quella del trapianto di pelle. Un medico chirurgo potrà, in anestesia locale, togliere dei piccoli pezzetti di pelle (solitamente prelevati dietro il vostro orecchio o sul collo) e trapiantarli nel buco causato dalla cicatrice. La pelle trapiantata andrà a chiudere il foro ed eliminare il problema definitivamente.

ventilatori da soffitto

Quando l’afa è alle porte, le difficoltà della vita quotidiana sembrano aumentare. La notte si dorme poco e male, durante il giorno si suda in continuazione e si convive con la sensazione spiacevole di perdere i sensi da un momento all’altro.

Vantaggi e svantaggi dei ventilatori da soffitto

Tutto ciò può essere risolto con un elettrodomestico, antico quanto il mondo eppure sempre efficace: il ventilatore da soffitto. Si tratta di un elettrodomestico molto amato dagli italiani ma anche dalle popolazioni asiatiche costrette a fare i conti con umidità e smog oltre che con l’afa. A differenza di un tradizionale condizionatore, il consumo di energia elettrica di un ventilatore da soffitto è davvero minimo.

Gli effetti, naturalmente, non sono gli stessi: se un ventilatore è in grado di generare aria fredda, questo non vale per il ventilatore che, appunto, ha il solo scopo di lasciar ventilare l’aria che c’è già causando un effetto vento che dovrebbe alleviare dal calore. Tuttavia, utilizzare un ventilatore non è innocuo come potrebbe sembrare. Proprio come accade per il condizionatore, anche l’uso prolungato del ventilatore potrebbe causare qualche fastidio: primo fra tutti il mal di testa.

Immaginate di restare con il vento in faccia per un’ora o anche due: gli effetti per la vostra emicrania potrebbero essere davvero poco felici. Lo stesso vale per la schiena: ad esempio, dormire con il ventilatore da soffitto acceso, può causare dolori alle ossa e dare problemi – in particolare – alla schiena che potrebbe restare gravemente dolorante dopo l’esposizione prolungata al vento.

Come usare il ventilatore

In ogni caso, però, un uso non eccessivo e intelligente del ventilatore da soffitto può alleviare di molto le torride giornate estive e consentire a tutti di svolgere le proprie azioni comodamente. E’ preferibile, infatti, evitare di accendere il ventilatore quando si dorme o si sta seduti in poltrona; ma è consigliabile accenderlo quando si è impegnati in qualche faccenda domestica o lavorativa in modo da impedire che ‘il vento’ colpisca sempre la stessa parte del corpo andandola inevitabilmente ad indolenzire.

Il ventilatore a soffitto funziona attraverso la rete elettrica e in genere va installato al posto del lampadario, essendo dotato di per se si un sistema di illuminazione per l’ambiente in cui va ad essere installato. In genere, quindi, un ventilatore si accende come se si volesse accendere la luce e l’effetto oltre a quello dell’illuminazione artificiale è ovviamente associato alla ventilazione che può essere regolata in base a diverse velocità.

fasciatoio versatile

L’arrivo di un bambino all’interno di una casa rappresenta un momento di gioia e felicità senza precedenti nella vita dei genitori. Nei mesi che precedono la nascita, tuttavia, tra ansie e felicità ci si prepara ad accogliere al meglio il futuro nato, dotando la sua cameretta di tutto ciò di cui potrebbe avere bisogno.

Il fasciatoio per il cambio pannolino

Tra gli accessori che un bambino non apprezza nell’immediato, ma che fanno tanto piacere a mamma e papà c’è sicuramente il fasciatoio. Si tratta di quel mobiletto che c’è in tutte le case delle future mamme, dove si appoggia il bebè per cambiargli il pannolino. Un accessorio utilissimo non solo per le attività con il piccolo ma comodo anche da utilizzare come armadietto per riporre asciugamani e tutine del piccolo.

Si tratta di un oggetto prezioso che rappresenta al meglio il rapporto e l’intimità tra la mamma e il piccolo che si ritrovano insieme su questa tavoletta morbidissima capace di cullare il piccolo come se si trovasse su di una candida nuvoletta. Il fasciatoio è un oggetto adatto a tutte le mamme e anche chi ama cambiare il pannolino del proprio bebè sul letto. In questo caso, infatti, il fasciatoio si può utilizzare per vestire il bambino o semplicemente per appoggiare giocattoli, vestitini e accessori del bebè.

Le cassettiere fasciatoio

Le cassettiere fasciatoio, in particolare, rappresentano una bella variante ai fasciatoi singoli oltre che un simpatico complemento d’arredo per le camerette dei propri piccoli. In genere i fasciatoi cassettiera sono realizzati in legno, ma ci sono anche tipologie di fasciatoi realizzati in materiali diversi. Il fasciatoio vero è proprio, però, è in genere un cuscino super imbottito plastificato.

Si tratta di uno speciale sedile pensato per accogliere delicatamente il bebè; per questo motivo, molti fasciatoio sono imbottiti in lattice, un materiale speciale che rende ulteriormente morbido il tessuto che rifinisce esternamente il fasciatoio e che ne attenua gli urti nel caso in cui si poggi con poca delicatezza il bene. Il fasciatoio, tuttavia, non è adatto solo alle mamme ma anche ai papà.

Non sempre il compito del cambio di pannolino deve spettare ai genitori ed è per questo che è possibile tranquillamente passare la palla al papà che, con l’aiuto di un fasciatoio, sarà in grado di cambiare agevolmente il pannolino al piccolo. Avendo il bambino al centro del fasciatoio e al sicuro grazie alle barre laterali, il cambio del pannolino sarà un gioco da ragazzi anche per i papà più imbranati.

evoluzione dell’aspirapolvere nella storia

L’aspirapolvere rappresenta uno degli elettrodomestici più amati dalle donne: pratica, utile e versatile da sempre l’aspirapolvere è lo strumento di pulizia preferito dalle casalinghe. In fondo arriva dove un normale straccio per lavare non arriverebbe mai ed elimina granelli di polvere che un panno bianco non riuscirebbe nemmeno a sfiorare. Ecco perché piace così tanto a tutte.

Il brevetto dell’aspirapolvere

In linea di massima, l’aspirapolvere è caratterizzato da un motorino che fa da ventilazione e che – esercitando un’azione depressiva – è in grado di catturare polvere e altre sostanze presenti al suolo. L’aspirapolvere rappresenta un’invenzione sicuramente poco recente. Sembra infatti che il primo aspirapolvere della storia sia stato inventato a Chicago in un periodo compreso tra il 1865 e il 1876. Il brevetto dell’aspirapolvere è stato conteso per molto tempo ma la versione ufficiale lo attesa ad Anna e Melville Bissel.

Il primo aspirapolvere della storia funzionava addirittura con una carrozza su cui veniva fissato un grande apparecchio mentre i cavalli trainavano un lungo tubolare che veniva attivato a mano. Bisogna aspettare l’inizio del 900 per ottenere un aspirapolvere elettrico. Il primo fu introdotto nel 1901 ed utilizzato per pulire i vagoni dei treni ma anche per spostare verso l’esterno dei finestrini l’aria viziata, favorendo l’ingresso di quella pulita.

Aspirapolvere: da bene di lusso a bene di largo consumo

All’inizio l’aspirapolvere non fu vista come un oggetto rivoluzionario; infatti, anche in Inghilterra (paese dove fu impiegata per la prima volta) nessuno sembrò manifestare particolare entusiasmo. Un’altra aspirapolvere elettrica fu inventata negli stati Uniti e precisamente nello stato dell’Ohio.

L’inventore si chiamava James Spangler e invento un oggetto che funzionava attraverso un ventilatore, un cuscino e una grande scatola. Oltre al ventilatore, inoltre, nella scatola Spangler fisso anche una spatola. Questa aspirapolvere su brevettata ufficialmente nel 1908 e ancora oggi in America questo cognome rappresenta una delle ditte più note. Con la diffusione del aspirapolvere senza sacco silenzioso negli stati uniti, un numero sempre maggiore di persone iniziò ad interessarsi all’uso di questo elettrodomestico che – tuttavia – per molti anni restò un prodotto accessibile a pochi. In effetti, il suo costo era pari a quello di qualsiasi altro bene extra lusso.

Solo dopo la seconda guerra mondiale, le aziende si moltiplicarono e il costo delle aspirapolveri automaticamente si abbassò, diventando a tutti gli effetti dei prodotti industriali. Oggi, l’aspirapolvere è presente praticamente in tutte le case, grazie all’aiuto concreto che offre alle donne nella pulizia di pavimenti ma anche divani, mobili e suppellettili intarsiati, dove è molto difficile estrarre la polvere.

Memoria USB cos’è

Cos’è di preciso una memoria USB? Forse sei abituato a sentire e ad usare più spesso il termine chiavetta USB o penna USB, ma la definizione non cambia. Si tratta di una memoria di massa portatile che si può collegare a un notebook o ad altri device tramite porta USB. Le prime memorie USB hanno iniziato a essere diffuse attorno al 2000.

Meno di dieci anni dopo è stato possibile decretare la loro supremazia su altri dispositivi di archiviazione dei dati, come per esempio il floppy disk, dichiarato fuori produzione nel 2007. Questi dispositivi, solitamente di piccole dimensioni (raramente superano i 10 cm di lunghezza), possono avere capacità diverse per quanto riguarda la mole di dati.

Scopriamo come funziona

La chiavetta USB contiene dati in memoria Flash. Il protocollo che viene utilizzato per leggerli è denominato USB Mass Storage Protocol. Questa caratteristica altro non è che una forma di standardizzazione del prodotto che però ne ha determinato il successo in pochissimo tempo, facendo sì che sparissero i floppy disk. Grazie a questo protocollo le memorie USB possono essere utilizzate su device di qualsiasi sistema operativo.

Performance di una chiavetta USB

Una chiavetta usb 64 gb può caratterizzarsi per un particolare livello di performance, focalizzate soprattutto nella velocità di scaricamento dei dati presenti. Da cosa può dipendere tutto questo? Dai seguenti fattori:

  • Il livello generale della rete a cui è connesso il device su cui vengono trasfeiriti i dati.
  • La presenza o meno all’interno della chiavetta USB di microprocessori aventi l’obiettivo preciso di velocizzare le tempistiche di lettura e scrittura dei dati (si tratta del processo d’inserimento delle informazioni sulla memoria chiavetta usb con successivo scaricamento su un device).
  • Possibilità di rimuovere l’hardware senza spegnere il device e senza aprire alcun tipo di vano.

Come abbiamo già avuto modo di ricordare, la memoria USB ha in poco tempo soppiantato l’utilizzo di floppy disk e CD come supporto di memoria di massa. Le dimensioni ridotte rappresentano senza dubbio una caratteristica molto utile a questo proposito, assieme alla customizzazione dell’aspetto esteriore della pennetta.

Esistono anche memorie USB che possono essere utilizzate con device sprovvisti di porte USB (per esempio alcuni modelli di tablet). Si tratta di prodotti che funzionano con la tecnologia bluethoot, e che permettono un processo di lettura e scrittura dei dati molto più immediato. Una memoria USB, quindi è utile proprio a tutti.

Caratteristiche della tecnologia hdmi

La tecnologia hdmi è entrata prepotentemente a far parte delle abitudini tecnologiche di milioni di uomini nel mondo. Per il tramite di questa tecnologia, infatti, passano tutte le informazioni audio e video digitali.

Cosa c’era prima della tecnologia hdmi?

Lo standard hdmi oggi è appoggiato dalle principali aziende tecnologiche del mondo che hanno scelto questa tecnologia per applicarla a numero impressionante di dispositivi tecnologici. Prima della tecnologia hdmi esisteva quella video composita e s-video che consentiva una trasmissione analogica dei dati audio; successivamente, è stato presentato il DVI che era la trasmissione digitale del segnale viseo, successivamente fusa nell’hdmi insieme al segnale digitale audio.

Con la tecnologia hdmi, invece, i dati video vengono trasmessi digitalmente fino ad una definizione full hd di 1920*1080. Inoltre, la tecnologia hdmi non trasmette solo dati video ma anche dati audio; nel passato, nella tecnologia s-video era possibile trasmettere solo dati video mediante i cavi rca. La tecnologia hdmi attualmente può essere utilizzata per connettere console, lettori dvd e lettori blue ray a pc monitor oppure a televisioni.

Lunghezza, usi e funzioni dell’hdmi

Un cavo hdmi non dovrebbe superare i 5 metri di lunghezza, perché in caso contrario la trasmissione dei segnali digitali sarebbe troppo debole per mantenere attiva la trasmissione. Ci sono tuttavia, anche cavi hdmi eccezionali – ad esempio quelli placcati in oro – la cui lunghezza può raggiungere anche i dieci metri. In linea di massima, un cavo hdmi non può superare la lunghezza di 12-16 metri. In genere, un cavo hdmi può trasmettere sia un segnale video di tipo standard che un segnale di tipo 3D.

Nel caso di trasmissione di segnale 3D, la qualità digitale supportata deve essere 1.4. Ultimamente è stato presentato anche la tecnologia hdmi nel formato 2.0 in grado di supportare 32 canali audio, cioè è possibile avere un multilingua simultaneo, ed è in grado di raggiungere una risoluzione di 2160p/a 60 fps e a 25 fps in 3D. L’audio trasmittibile attraverso una tecnologia hdmi può essere di tue tipologie: dolby digital, dolby true HD e DTS-HD.

Il DTS è simile al dolb digital ma non è compresso, quindi il segnale viene mandato in alta originale e non si perde più la qualità del suolo o dell’immagine. Infine, esistono diverse tipologie di cavi: il mini HDMI, HDMI, e micro HDMI. I cavi mini e micro hdmi si possono collegare a smartphone e tablet metre il cavo tradizionale si può collegare a tradizionali periferiche come console e lettori.

Vantaggi di un robot da cucina

Non tutte le donne nascono per trascorrere ore ed ore ai fornelli; ad alcune piace cucinare solo nel fine settimana; ad altre non piace cucinare affatto. In questi casi, un robot da cucina può rappresentare un aiuto valido e concreto in cucina. Scopriamo perché.

Guadagnare tempo e lavoro

A differenza di quello che potrebbero pensare le donne più in là con l’età che sono abituate a cucinare tutti i giorni e a trascorrere tra i fornelli gran parte della propria esistenza, le più giovani possono facilmente apprezzare e godere dei vantaggi dei robot da cucina. Innanzitutto questi elettrodomestici consentono di guadagnare tempo e di cucinare piatti elaboratissimi.

Praticamente il tutto funziona aggiungendo la giusta quantità di ingredienti e procedendo a seguire passo passo le istruzioni indicate sulla ricetta. Le attività che un robot da cucina consente di svolgere in poco tempo sono davvero tante: frullare, tritare, mescolare sono solo alcune delle operazioni che – senza un robot – richiedono un impiego importante di tempo ed energia.

Vantaggi pratici di un robot da cucina

Provare per credere. Molte donne apprezzano i vantaggi del robot da cucina specie quando si tratta di preparare dolci. Immaginate di essere alle prese con la preparazione di una crostata alla marmellata. La crostata è fatta con la pasta frolla e la pasta frolla a sua volta, esige un po’ di tempo per la preparazione. Senza il robot da cucina bisognerebbe mescolare a mano una serie di ingredienti come uova, farina, zucchero, sale, vanillina ecc.

Con il robot da cucina, invece, si versa tutto in un unico boccale, si mescola automaticamente e si ripone in frigo per il riposo. La stessa operazione senza robot da cucina potrebbe richiedere oltre un’ora di tempo; con il robot da cucina, invece, saranno sufficienti pochi minuti. Il tempo, quindi, rappresenta la chiave di lettura di questo elettrodomestico che non va utilizzato solo quando non si ha tempo o voglia di cucinare, ma anche quando si desidera portare in tavola piatti particolarmente complessi.

Offrendo la possibilità di eseguire più azioni simultaneamente, infatti, il robot da cucina è in grado di aiutare le donne in cucina che desiderano cimentarsi nei piatti più complessi ed elaborati. Insomma, un robot da cucina è un aiuto valido per tutte: dalle donne che amano cucinare a quelle che non ne hanno alcuna voglia, la preparazione di primi e secondi piatti con questo elettrodomestico diventerà sicuramente più semplice per tutte.

Gocce piccolissime nell’aerosol ad ultrasuoni

Gli aerosol sono strumenti davvero importanti per risolvere alcuni problemi di salute legati soprattutto alle malattie delle vie respiratorie. Quando si parla di un aerosol ad ultrasuoni si fa riferimento ad una tipologia particolare di prodotto che si differenzia rispetto a quelli tradizionali per la capacità di scomporre il farmaco in piccole gocce.

Aerosol ad ultrasuoni: vantaggi e svantaggi

La soluzione del farmaco in gocce piccolissime è resa possibile dalla struttura stessa del macchinario che è internamente dotato di un piccolo pezzo di ceramica che a sua volta è subordinato ad una pressione elettrica particolarmente forte. Rispetto agli aerosol tradizionali, quelli ad ultrasuoni funzionano più velocemente rispetto a quelli tradizionali e sono in grado di diluire il farmaco in gocce ancora più piccole. Inoltre, gli aerosol ad ultrasuoni sono più silenziosi di quelli tradizionali, nonostante vadano incontro a quale svantaggio.

Ad esempio gli aereosol ad ultrasuoni si rompono più facilmente rispetto a quelli tradizionali e in alcuni casi sono anche capaci di alterare eccessivamente i principi del farmaco. Ciò è causato dal fatto che gli apparecchi ad ultrasuoni sono in grado di trasformare il farmaco in gocce davvero piccole ma per farlo hanno bisogno di surriscaldare il liquido più di un prodotto normale; nella fase di riscaldamento eccessivo è possibile effettivamente che le caratteristiche del farmaco vengano alterate. A conferma di ciò ci sono proprio alcuni farmaci che, nel foglietto illustrativo, sconsigliano l’uso di questo apparecchio per evitare il vanificarsi degli effetti benefici.

L’importanza di una pulizia corretta

In linea di massima, però, è possibile utilizzare un aerosol ad ultrasuoni in base al farmaco e alle sue caratteristiche. In effetti ci sono farmaci che per essere meglio assimilati dall’organismo hanno bisogno di essere scomposti in particelle piccolissime e altri che, al contrario, possono avere un effetto migliore se assunti con aerosol tradizionale. IN ogni caso, quando si utilizza questo apparecchio è fondamentale tenere a mente che la sua pulizia è fondamentale per il corretto funzionamento e per la salute stessa di chi lo utilizza.

Una pulizia superficiale dell’aerosol, in effetti, implica la possibilità che si formino microbi e batteri all’interno dell’apparecchio che – all’uso successivo del macchinario – vengono assimilati dall’organismo. Questo oltre a rappresentare una minaccia per la salute di chi usa l’aerosol, rappresenta un rischio anche per il corretto funzionamento della macchina e dei suoi accessori che se non puliti adeguatamente finiscono inevitabilmente con il rompersi.

cos'è il bollitore elettrico

Un bollitore elettrico è un accessorio da cucina utilizzato per portare l’acqua a bollore in tempi rapidi. Risulta formato da una brocca – solitamente in plastica – che presenta all’interno una resistenza in grado di far bollire e di riscaldare determinate quantità d’acqua. Altra importante caratteristica del bollitore elettrico è la presenza di una maniglia.

Solitamente molto larga e anatomicamente confortevole, così da assicurare un livello di presa ottimale e da permettere l’utilizzo da parte di persone di ogni età. Il bollitore elettrico risulta molto utile, soprattutto quando si ha poco tempo per gestire le varie attività quotidiane in cucina e si ha intenzione di ottimizzare le esigenze personali e quelle della propria famiglia.

Bollitore elettrico: i materiali

Come abbiamo appena ricordato, il bollitore elettrico è costituito da un corpo principale che funge da contenitore per l’acqua, sormontato da un apposito coperchio incernierato. Il materiale principale è la plastica, ma è anche possibile trovare bollitori elettrici realizzati in acciaio inox o vetro. Quest’ultima alternativa è utilizzata quasi esclusivamente per preparare il the. A seconda del materiale è possibile che il bollitore acqua si riscaldi molto anche esternamente una volta terminato il processo principale.

Oltre che da una varietà di materiali, i bollitori elettrici sono caratterizzati anche da un’ampia diversità di dimensioni, particolarità che permette di utilizzarli in numerose occasioni. Si tratta di un prodotto versatile che è amatissimo da chi trascorre in casa i pomeriggi invernali e, tra un’attività e l’altra, ama ritrovare il caldo e regalarsi un angolo di relax con una bevanda calda.

Le caratteristiche funzionali di un bollitore elettrico

Lo scopo principale di un bollitore elettrico è scaldare l’acqua, fino a portarla a temperatura di ebollizione. Questo aspetto rappresenta un ausilio molto importante in cucina sia nelle operazioni quotidiane (p.e. la preparazione di un particolare piatto che necessita di acqua calda o bollente), sia quando si ha intenzione di concedersi un momento di relax tra una faccenda e l’altra, per esempio bevendo una cioccolata calda o sorseggiando un the.

Tra le caratteristiche funzionali del bollitore elettrico è quindi possibile ricordare la presenza di un sistema di pre-impostazione della temperatura, in modo da scegliere l’opzione più adatta alle esigenze del momento. Tutti i bollitori elettrici sono dotati anche di funzione di autospegnimento una volta che l’acqua ha raggiunto la temperatura desiderata. In questo modo è possibile evitare spiacevoli incidenti domestici, come per esempio pericolosi sovraccarichi di corrente.

Usi e vantaggi del seghetto alternativo

Tra i mille attrezzi che si utilizzano in casa per scopi diversi, il seghetto alternativo è probabilmente uno dei più utili ma anche dei meno conosciuti. Non tutti, infatti, sono consapevoli delle molteplici cose che è possibile fare con un semplice seghetto alternativo. Scopriamole insieme.

Tutti gli usi del seghetto alternativo

Del seghetto alternativo e dei molteplici usi per cui può essere impiegato non se ne sa molto. Eppure le operazioni domestiche ( e non solo) di un seghetto sono davvero tante. In ogni caso, è bene sapere che un seghetto va usato con una certa cautela perché si tratta – appunto – di uno strumento tagliente – che se usato in malo modo può anche essere pericoloso. In tutti i casi, se non si è molto esperti, è preferibile utilizzare un seghetto con una lama non troppo lunga.

A primo acchitto, utilizzare il seghetto alternativo potrebbe sembrare un gioco da ragazzi; tuttavia, specie se si è alla prima esperienza, è bene procedere con cautela e ascoltare qualche consiglio. Un seghetto alternativo funziona sempre con un apposito motore che fa muovere le lame; in genere, le lame si muovono nella doppia direzione di marcia per questo è preferibile fare attenzione a posizionare il seghetto nella direzione giusta del materiale che si desidera tagliare.

Tagli dritti e tagli paralleli

Inoltre quando si utilizza un seghetto alternativo bisognerebbe essere forniti degli accessori adeguati, come i guanti, gli occhiali e le scarpe contro gli infortuni. Una volta equipaggiati, è fondamentale anche avere i prodotti che servono per fissare i materiali da tagliare come i morsetti e una guida parallela. Il fissaggio dell’oggetto da tagliare, infatti, è indispensabile per non compromettere il taglio. In particolare la guida, è fondamentale quando si desidera effettuare un taglio parallelo.

Infatti, si fissa la guida alla radice del seghetto e si fa in mondo che resti legata al pezzo da tagliare. Solo in questo modo è possibile fare un taglio dritto con il seghetto. Le cose si complicano, invece, quando il seghetto si utilizza per un taglio di tipo circolare. In questo caso, si deve utilizzare una squadretta a forma di elle e delle viti a farfalla. In sostanza il lavoro da fare è quello di fissare una vite nel punto preciso del materiale che si vuole prendere come centro del cerchio da ritagliare e si procede al taglio fissando la base della L della squadra al seghetto e procedendo con movimenti circolari.

Dispositivi elettrici e i router

Router è un termine inglese che si può tradurre in italiano con la parola “instradatore”. A livello concreto si tratta di dispositivi elettronici – che possono avere dimensioni molto diverse a seconda della mole di funzioni da svolgere – che hanno l’obiettivo di smistare i dati provenienti dal web verso gli indirizzi IP dei dispositivi che fanno parte del network.

Router: diverse prestazioni, diverse dimensioni

Fondamentale è ricordare ogni volta che si parla di un router e dei suoi compiti il fatto che le dimensioni dell’apparecchio possono variare molto a seconda delle prestazioni richieste. Questo risulta logico se si pensa alla differenza tra i dati web che entrano ogni giorno nei device utilizzati in un ambiente domestico (in questo caso il router ha il compito di crittografare i segnali Wi-Fi) e quelli che vengono invece smistati dai provider. In questo caso il dispositivo fornisce dati a elementi presenti su una tabella d’instradamento, che non corrispondono a singoli device, bensì a intere reti.

Entra qui in gioco l’aspetto della scalabilità di carico, fondamentale quando si lavora sui grandi numeri, che consiste nella capacità di un sistema d’incrementare le prestazioni quando vengono fornite nuove risorse. Grazie alla scalabilità un router, come appena ricordato, può gestire anche reti molto ampie, per esempio quelle che rispondono a un medesimo provider. Il router è in generale connesso a più reti e decide verso quale via indirizzare i dati, basandosi sulle informazioni relative allo stato di ciascuna rete.

Router e cellulari

Nell’era dell’iperconnessione che ormai da tempo viviamo i router non si trovano solo nelle abitazioni, negli uffici o nelle sedi dei provider, ma anche nelle nostre borsette e negli zaini. La maggior parte degli smartphone funziona infatti anche come router Wi-Fi, permettendo all’utente di connettersi a internet dal proprio notebook anche in assenza di una rete locale. Questo servizio può essere gratuito o a pagamento a seconda della compagnia telefonica a cui è legata la sim del telefono.

Alcuni router sono caratterizzati dalla presenza di un firewall incorporato, che ha come obiettivo principale la protezione della rete informatica a cui rispondono tutti i device. I router attraversati da uno specifico pacchetto dati possono essere individuati attraverso specifici comandi da digitare nella shell, la parte del sistema operativo con cui gli utenti possono interagire. Si tratta di uno strumento fondamentale che può essere utile per privati e per aziende piccole medie o grandi.